Intolleranze alimentari: moda o necessità?

Sono ormai un po’ di anni che quando si esce a cena con gli amici al momento di ordinare ci si ritrova a sentire alcune frasi: “Volevo sapere se avevate la pasta di kamut, sa sono intollerante al glutine” oppure “Mi potrebbe portare qualcosa che non ha lattosio, sa sono intollerante e non vorrei gonfiarmi” e ancora “Avrebbe del pane non lievitato? Sono intollerante al lievito e guai se ne ingerissi un po’!”.

Bene, il senso di queste frasi, anche se non con le medesime parole, è sintomo di una serie di fattori legati alla disinformazione ed altri legati realmente alla medicina.

Cominciamo col dire che non esistono esami specifici riconosciuti dalla medicina ufficiale che provino un’intolleranza o meno ad un determinato alimento o elemento di un gruppo di alimenti. Ma d’altra parte possiamo affermare con tutta sicurezza che l’intolleranza alimentare è un problema riconosciuto pienamente in medicina come il cattivo funzionamento enzimatico nei confronti di alcuni cibi che porta a problemi gastrointestinali. Certo è che come in tutta la medicina l’effetto placebo è dietro l’angolo e aspetta goloso di intrufolarsi nella nostra digestione! Infatti sono sempre di più i sedicenti laboratori di analisi dove con delle “modiche” cifre (era ironico…s’era capito?) ti permettono di sapere a cosa sei intollerante. Partendo dal presupposto che un’eccessiva assunzione di un cibo per prolungato tempo ci espone ad una più alta probabilità di intolleranza e che alcuni cibi come quelli carichi di glutine o lattosio sono naturalmente portati a creare intolleranza, già sappiamo che qualcosa ci troveranno da queste famose analisi…

Allora cosa dobbiamo fare? Intanto sfatare alcuni miti legati a questo mondo. Prima di tutto cominciamo col dire che la celiachia è un problema serio; chi ne soffre deve seguire una dieta ben precisa e rigorosa. Quindi non può far parte delle intolleranze passeggere e chi dice di essere intollerante al glutine e per questo usa la pasta di kamut…beh allora forse gli piace essere solo alternativo perchè il kamut è un grano che ha lo stesso glutine se non di più del grano normale! Inoltre se qualcuno ci consiglia di eliminare per sempre un alimento perchè siamo intolleranti sta sbagliando. Nelle intolleranze il cibo che ci provoca reazione va eliminato per un periodo e poi reinserito in una dieta giusta.

Ma per ogni falso mito c’è anche qualche sacrosanta verità: i sintomi delle intolleranze sono talmente comuni che a volte neanche riusciamo ad associarli ad esse. Mal di testa costante o comunque cronico, gonfiori e dolori addominali, diarrea. Ma anche stanchezza, tachicardia, prurito, orticaria. Forse sottovalutarli non conviene perchè comunque la nostra qualità di vita quotidiana aumenterebbe se sapessimo cosa ci provoca malessere, ma non affidarsi mai a ciarlatani, panacee per tutti i mali e test miracolosi.

Consultare sempre uno specialista quale un allergologo o immunologo, un gastroenterologo e un dietolgo sarebbe la scelta più giusta e in molti casi ci ridarebbe il piacere di mangiare e stare a tavola senza doversi sentire già gonfi o disturbati dal cibo.

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