“Il nettare degli Dei”: la Malvasia delle Eolie

malvasia

Omero scrisse che tra le sette isole si trovava il regno di Eolo, il Dio dei venti, da cui deriva il nome dell’arcipelago delle Eolie a nord delle coste siciliane.

La produzione della Malvasia delle Lipari doc si concentra a Salina, una delle isole Eolie, la più fertile dell’arcipelago, la più verdeggiante; l’umidità del suo terreno ben ventilato ha infatti favorito lo sviluppo della coltivazione dei vigneti; la Malvasia viene prodotta anche nelle altre isole ma in quantità molto più modeste, solo Stromboli si avvicina alla vinificazione di Salina.

La Malvasia è uno dei vanti dell’enologia mediterranea, ha un posto di rilievo nella scena nazionale e internazionale, viene chiamata nettare degli dei per le sue caratteristiche e la sua antica tradizione.
Si tratta di un vino dolce e delicato, dorato e dai riflessi ambrati il cui vitigno venne importato dai primi colonizzatori greci intorno al 600 a.C. proprio sull’isola di Salina.

Il nome di questo vino sembra che derivi da una leggenda cristiana che risale al periodo della dominazione mussulmana. Secondo tale leggenda un contadino che trasportava un anfora del suo vino si imbattè in un governatore arabo interessato al contenuto dell’anfora. Il contadino dichiarò che si trattava di succo di malva pregando Dio che tramutasse il vino in malva, fu ascoltato e si salvò.

La Malvasia viene prodotta in tre tipologie: Malvasia delle Lipari, Malvasia delle Lipari Passito o Dolce Naturale, Malvasia delle Lipari Liquoroso. In tutti e tre i casi il consorzio dei produttori ha stabilito che il 95% delle uve devono provenire dal vitigno Malvasia delle Lipari e il restante 5% dal vitigno Corinto nero.

Per questo vino è previsto un periodo di affinamento in bottiglia non inferiore ad un anno, la gradazione minima è di 11,5 gradi e può conservarsi senza alterazioni per più di dieci anni; questo nettare ha un colore che va dal giallo oro all’ambra, si scurisce invecchiando, il suo profumo rivela sentori della macchia mediterranea, ha un sapore dolce, aromatico ed equilibrato.

La tipologia Passito non viene ricavata da uve fresche ma da uve essiccate sulla pianta o su graticci che gli conferiscono un gusto di diverso, più complesso. Durante il periodo di essiccazione gli acini catturano e producono altri aromi offrendo dei sentori di erbe aromatiche, fiori spontanei, miele ed eucalipto. Per questa versione la gradazione minima sale a 18 gradi e il periodo di affinamento è superiore ai sei mesi.

La versione Malvasia delle Lipari Liquoroso invece ha una gradazione minima di 20 gradi, l’affinazione è ancora di minimo sei mesi e rispetto al precedente si distingue soprattutto per la persistenza del gusto al palato e per un profumo più marcato che ricorda quello della pesca e dell’albicocca.

La tradizione vuole che questo vino dolce da dessert venga accostato a dolcetti alle mandorle, alla frutta secca o fresca, a biscotti secchi o alla piccola pasticceria farcita ma si presta servito freddo anche ad accompagnare degli aperitivi con formaggi molli magari piccanti ed è molto apprezzato come liquore conclusivo della cena.

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Alka

Esperto bruciatore di vivande, assiduo frequentatore di tavole calde e paninari vari. Tra i suoi piatti forti il trionfo di uova biologiche con un tocco di sale accompagnate da listelli di pancetta affumicata e la fantasia di tonno e pomodorini su un letto di lattuga fresca.

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