Cucina e letteratura

L’articolo che state per leggere ci è stato inviato da un nostro lettore. Lo pubblichiamo davvero con grande piacere. ChefSaga nasce anche per confrontarsi con voi sfruttando le tante potenzialità che, in questo senso, ha il web.
Ringrazio, a nome di tutta la redazione, l’autore, Edoardo Angeloni.
Fateci sapere cosa ne pensate attraverso i commenti…

In questo breve articolo cerco di spiegare le relazioni che legano alcuni grandi maestri della letteratura mondiale, come Mc Inerney, Montalban, Yoshimoto, all’analisi delle ricette di cucina o di vini particolari.
Io lavoro in una biblioteca scolastica, anche se la mia attività universitaria è di tipo scientifico, essendo io un matematico che è passato alla statistica e attualmente si sta occupando di economia.
La mia passione per la cucina è perciò abbastanza mediata dalle letture citate appunto in questo articolo, essendo legata agli autori che amo, oltre che ai viaggi che mi hanno portato ad apprezzare anche all’estero certe tradizioni locali.

Cucina e letteratura

di Edoardo Angeloni

C’è sempre stato un rapporto molto stretto tra letteratura, cucina ed enologia.
Mc Inerney si ricorda di aver cominciato a notare una nuova generazione di vini Chardonnay proprio in coincidenza con il fatto che Pamela Anderson aveva deciso di ridursi il seno.
Va elogiata l’enfasi di questo tipo di vino per la sua finezza e sottigliezza.
Ci sono termini come “elegante” e “nervoso” che danno subito un senso ideale di cosa indichino a proposito di una determinata bottiglia.
Gli esperti denominano il gusto di un vino “retrò” per il fatto di possedere un metodo di lavorazione risultante tradizionale e minimalista.
Afferma una star dello Chardonnay come Robert Sirskey che “in California la nostra sfida è mantenere l’acidità. Non ha senso alleggerire il sapore acido solo aggiungendovi artificialmente il retrogusto”.
Il Pinot Grigio dell’Oregon si accosta bene al salmone grigliato ed alle ostriche del Nord-ovest del Pacifico, ma anche a piatti di carne, essendo in generale molto meglio di uno Chardonnay medio.
Un distributore di vini di Seattle ha raccontato a Mc Inerney: “Dovresti andare in Alsazia per conoscere qualcosa in più sul Pinot Grigio dell’Oregon. Infatti rendere il grado di secchezza dello stile gran crue del Pinot Grigio in questa regione della Francia”.
Tutti i sommelier sono d’accordo sul valore del Riesling austriaco, mentre pochi di loro sanno che quello tedesco è forse il miglior vino del mondo.
Quest’ultimo potrebbe essere quasi accostato alla concezione di opera d’arte per il senso di hic et nunc che comunica.
Infatti questo vino non è solo il portato del DNA della vigna, ma conserva persino il ricordo del suolo dove è cresciuto.
Questo particolare tipo di Riesling ha in comune con i migliori Chablis la permutazione dei minerali in esso presenti.
Mc Inerney rivela di aver seguito le orme di John Locke per un pellegrinaggio a sud di Bordeaux allo scopo di esaminare le caratteristiche del suolo, che il vino locale mantiene con sottile ed inimitabile maestria.
Comunque, anche se egli ammette di odiare il fatto di parlare dei suoi hobby, non ha riserve nell’ammettere di amare soprattutto il vino del Rodano.

Un altro scrittore che associa volentieri cucina e letteratura è Montalban, di cui citerò brani tratti dal suo libro Storie di padri e figli .
Molto precisa è la ricostruzione della composizione della paella, fatta con pollo, coniglio, lumache, fagioli, ed un soffritto di pomodori e fagiolini verdi.
In Spagna questo piatto andava mangiato subito dopo certi antipasti a base di insalata e tonno; in seguito veniva portato a tavola il riso rimasto nella pentola, che si era a sua volta insaporito.
Un menu più particolarmente raffinato erano le melanzane con gamberi al gratin e un’orata al sale.
Montalban ricostruisce in questo libro la geografia dell’Andalusia come l’aveva memorizzata lui, dalla semiotica delle insegne dei negozi di Granada, alla ricca attività commerciale di Malaga, alla galanteria con le donne a Siviglia.
Di un certo interesse risulta la descrizione dal punto di vista di Caravalho dei luoghi dove ha già vissuto in passato; di fatto egli nota come la maggior parte delle cose importanti siano rimaste identiche.
I negozi invece erano cambiati, a causa del salto generazionale. Sentiva la mancanza delle bottega del merluzzo salato e di olive del signor Juan. Era scomparso anche il negozio di legumi, mentre al posto dell’insegna del bar Moderno c’era un’osteria gallega; inoltre all’entrata non c’erano più i gitani.
Era stata chiusa anche la legatoria dove Caravalho aveva portato i suoi primi libri comprati al mercato dell’usato.

Un’altra autrice importante che parla con competenza di cucina è Banana Yoshimoto in Kitchen .
Lei parla del “tofu”, che era un piatto tradizionale della cucina dei monaci.
Esso può essere servito umido, fritto, in agro, ma è sempre lo stesso tofu; c’è anche il brodo di tofu con l’uovo. Infatti per questo motivo risulta un piatto abbastanza misero.
La Yoshimoto parla più volentieri del katsudom, che invece va preparato con assoluta maestria, è un capolavoro.
E’ composto da carne col sugo, servito con uova e pancetta cotte al punto giusto, riso di una certa qualità, tutto in perfetta regola.
Comunque anche il tofu non è rimasto quello dei monaci: oggi è diventato una moda e gli albergatori lo cucinano per i turisti.
Ma qual è il contesto ambientale descritto dalla Yoshimoto in questo libro?
Lei descrive la luna piena che a volte sparisce tra le nuvole e altre volte suggerisce l’effetto-college, che anticipa il 3-D, essendo dato dalle silhouette degli alberi, dei campi, delle montagne, che corrono via veloci se viste da un taxi.
Si ripetono, fra le case che il taxi incontrava nel suo procedere, i portali di vecchi templi shintoisti.
Più avanti si trovava il mare sconfinato avvolto dalle tenebre, e le alte ed aspre rocce su cui le onde si abbattono con gran fragore.
Tutto ciò dava una sensazione che per qualche strano motivo riusciva a coniugare dolcezza e tristezza.
Invece la ricerca di un equilibrio tra desiderio ed amore era dato dall’immagine di un ponte.
L’acqua scorreva con un rumore fragoroso e dal fiume saliva un vento gelido che sferzava il viso.

cucina e letteratura

Pubblicato da

Alka

Esperto bruciatore di vivande, assiduo frequentatore di tavole calde e paninari vari. Tra i suoi piatti forti il trionfo di uova biologiche con un tocco di sale accompagnate da listelli di pancetta affumicata e la fantasia di tonno e pomodorini su un letto di lattuga fresca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *